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L’Arte in Brasile

L’arte brasiliana, soprattutto quella architettonica e pittorica arrivano dalla corrente portoghese del barocco e del rococò. Il barocco (dal portoghese “barroco” che vuol dire perla grezza) e il rococò si svilupparono nei secoli XVII e XVIII e furono dei pilastri artistici per la costruzione di molte chiese che ancora adesso possiamo ammirare nel paese.

Tutti e due gli stili sono per lo più definiti “stili del cattivo gusto” per la pesantezza dei loro caratteri. Un artista molto importante durante il periodo coloniale brasiliano fu Antonio Francisco Lisboa (nato e morto tra il 1738 e il 1814) detto anche Alejjadinho; egli era figlio di un colono portoghese e già dalla prima infanzia dimostrò una particolare abilità nelle decorazioni e nelle sculture lignee e di granito. Purtroppo egli nel corso degli anni contrasse una malattia deformante che gli causarono grossi problemi alle mani; andò avanti per anni lavorando con lo scalpello legato al polso! La maggior parte delle sue opere sono esposte nelle chiese barocche di Minas Gerais e nella città di Ouro Preto. È possibile anche visitare la chiesa del Bom Jesus de Matosinhos dove sono custodite dodici statue di pietra in grandezza naturale di profeti cristiani, inoltre di fronte alla scalinata è possibile ammirare una fila di sei piccole cappelle devozionali. Creò anche tutte le stazioni (con statue in legno di cedro) della Via Crucis.
Lentamente nella storia artistica brasiliana ci si allontanò dai soggetti sacri e soprattutto nelle grandi città come Rio de Janeiro (negli anni del 1750) cominciarono a essere dipinti ritratti di personaggi famosi e altri quadri di carattere mondano.  Nel 1800 invece, con il trasferimento della corte reale portoghese nel paese sudamericano, si percepiva nell’aria un rinnovamento culturale propriamente di stampo europeo. L’ondata di europeismo portò l’apertura di molti centri culturali ma anche molte istituzioni tra cui la Stampa Regia e la Biblioteca Nazionale. Si corse in contro allo stile artistico architettonico del tempo, ovvero il neoclassico, e molti tra gli artisti come Auguste Grandjean de Montigny e Jean Baptiste Debret cominciarono a diventare una vera e propria istituzione tra le case d’arte brasiliane. Con l’avvento del nuovo secolo (XX) le arti non mutarono particolarmente, anzi, rimasero per lo più avvinghiate al neoclassicismo del 1800.

La vera perla artistica però non si deve alle arti figurative bensì a quelle letterarie. I popoli dell’America del Sud sono certamente colmi di artisti fortunati dall’Argentina fino al Cile. Anche il Brasile ha conservato una certa importanza nell’ambito poetico letterario. Parleremo dei tre più importanti scrittori del secolo scorso e di questo secolo: Joaquim Maria Machado de Assis, Jorge Amado e infine il famoso Paulo Coelho.
De Assis visse tra il 1839 e il 1908 a Rio de Janeiro, fu un poeta poco apprezzato ma per quanto riguarda la prosa è stato definito uno dei più importanti di tutta la letteratura brasiliana e universale. Nella sua prima fase della carriera letteraria, sostanzialmente di carattere romantico, scrisse le opere Crisàlidas, Falenas, Helena, Iaià Garcia, mentre nella seconda fase molto più accostato al Realismo novecentesco scrisse Memórias Póstumas de Brás Cubas, Dom Casmurro e Quincas Borba.

Jorge Amado invece è stato uno scrittore brasiliano vissuto nel XX secolo precisamente tra il 1912 e il 2001. Durante il periodo giovanile cominciò a collaborare con riviste letterarie e fu uno dei fondatori della famosa “Accademia dei Ribelli”. Oltre ad essere un grande scrittore egli si rivelò un attento estimatore della vita politica degli anni ’30, divenne presto un Militante comunista e per questo fu addirittura esiliato in Argentina ed Uruguay. Tra le sue opere più famose ricordiamo Il Paese del Carnevale (scritto ad appena 18 anni nel 1931), Gabriela e Dona Flor e i suoi due mariti.

Uno degli artisti brasiliani però, più conosciuto nel panorama mondiale moderno è il famoso scrittore Paulo Coelho nato a Rio de Janeiro il 24 agosto del 1947, ovviamente ancora vivente. Nacque da una famiglia borghese residente nel quartiere benestante di Botafogo e venne iscritto alla scuola Gesuita di San Fernando dove vinse il suo primo premio letterario (per la precisione di poesia). Successivamente decise di dedicarsi allo studio dell’economia, per volere paterno, ma dopo alcuni anni decise di abbandonare e di cominciare delle esperienze più mistiche, tanto che appoggiò in pieno la cultura Hippie del periodo. L’interesse per la religione cattolica e per la parte più mistica di essa (non da escludere la passione per l’alchimia ) lo portò a pubblicare il suo primo libro: O diario de um mago, tradotto in italiano con Il Cammino di Santiago. Successivamente, nel 1990, sull’onda del successo del libro precedente scrisse L’alchimista: un libro venduto in quasi tutto il pianeta raggiungendo addirittura un guinnes dei primati. È il più importante libro mai scritto in lingua portoghese! Tra le altre sue opere si contano raccolte di poesie e testi di pensieri filosofici come Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto, Monte cinque e anche Il manuale del guerriero della luce. Tra gli ultimi libri pubblicati in Italia troviamo La strega di Portobello (2007) e Brida (2008, risalente però al 1990).

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