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Il Caffè

Il Caffè è senza alcun dubbio il pezzo forte della nostra gastronomia, la popolazione italiana consuma mediamente 2 -3 tazzine al giorno: una vera droga per gli abitanti della nostra penisola! Come tutti sanno i chicchi che servono per produrre questa deliziosa bevanda hanno un rapporto decisamente stretto con il Brasile: esso è il produttore più prolifico al mondo! Ma iniziamo a capire bene cos’è il caffè e quante varietà esistono, successivamente ci inoltreremo nella sua storia agli albori della sua coltivazione in Brasile.

Il Caffè è ottenuto dalla torrefazione e macinazione di semi di alcune piante tropicali che appartengono al genere Coffea e di conseguenza alla famiglia delle Rubiaceae (essa si distingue in altri 600 generi e altre 13 specie!). Nel genere della Coffea si possono identificare altre 100 specie, ma sostanzialmente e più comunemente, essere possono essere definite come diverse varietà di caffè come ad esempio quella arabica (Coffea Arabica) e la “robusta” scientificamente definita come Coffea Canephora. I più grandi produttori di questa coltura secondo l’ICO, ovvero l’International Coffee Organization, sono: il Brasile, il Vietnam, la Colombia e l’Indonesia, a seguire anche Messico, Guatemala, Honduras e Peru.
Ma parliamo appunto del Brasile che è il maggior produttore di Caffè al mondo, produzione che regala alle casse dello stato circa 30 mila milioni di dollari. Ultimamente si è stimato che l’esportazione ha raggiunto circa i 27 milioni di sacchi (un sacco conta circa 60 kg di caffè).

Ma veniamo alla storia che fa nascere il fantastico binomio Brasile-Caffè: esso ha inizio due secoli fa, intorno alla fine del 1700. Contrariamente alle dicerie popolari la pianta del caffè non è affatto originaria del Brasile, bensì dell’Etiopia, dove venne scoperta nel primo medioevo (anno 1000). Successivamente la pianta fu esportata nel 1300 e nel 1400 nelle vicine Arabia e Yemen. Solamente in questo periodo essa cominciò a diventare utile per la produzione della famosa bevanda: così agli albori del 1600 il caffè si diffuse in tutti gli stati arabi, in Egitto ed addirittura in Turchia. Sempre nello stesso periodo il caffè sbarca nei locali più in delle maggiori città europee (si inizia dalla Francia). Proprio agli scontri tra colonie francesi e olandesi nei territori americani si deve la nascita della coltura del caffè in Brasile. Come spesso accade nei film è l’imprevisto a far nascere nuove e straordinarie opportunità per l’uomo. Successe dunque che un generale francese, portò con sé nei territori d’oltreoceano una pianticella di caffè per produrne il prezioso frutto. A causa di una forte disputa territoriale però, i francesi dovettero scontrarsi con gli olandesi: venne proclamato arbitro dello scontro un funzionario brasiliano (che a quel tempo doveva essere di nazionalità portoghese). I funzionario brasiliano, evidentemente in ottimi rapporti con la moglie del generale olandese, si fece consegnare una pianticella di questo straordinario frutto (gli olandesi e i francesi monopolizzavano nei loro territori la produzione del caffè). Così la coltivazione cominciò a svilupparsi anche nelle terre brasiliane: già dopo cinquant’anni si espanse con dimensioni inimmaginabili. Nel corso del 1800 però la fortuna del caffè andò pian piano scemando, negli anni trenta ci furono innumerevoli crisi finanziarie per la sovrapproduzione.

Fortunatamente fu l’apertura del mercato degli USA a salvare il Brasile dalla povertà. Oggi la produzione è controllata in base a quanti sono i destinatari dell’esportazione: in questo modo si risolve il problema della sovrapproduzione e l’economia del caffè potrà ancora dormire per molto tempo sonni tranquilli.

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